Dati OCSE: ONE allarmata per il calo dell’aiuto pubblico allo sviluppo italiano
Roma, 10 aprile 2019 – Oggi il Comitato per l’aiuto allo sviluppo (DAC) dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato i dati preliminari sull’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) relativi al 2018. Dopo una tendenza al rialzo che ha visto l’APS italiano aumentare dal 2012 al 2017, nel 2018 si è registrato un calo. Secondo la nuova metodologia dell’OCSE che calcola solo l’elemento di sovvenzione dei prestiti ai paesi in via di sviluppo (1,2), l’APS italiano è ammontato a 5 miliardi di dollari (o allo 0,24% del reddito nazionale lordo) nel 2018. Applicando la precedente metodologia utilizzata dall’OCSE, l’APS italiano ammonterebbe a 4,9 miliardi di dollari contro i 5,9 miliardi di dollari del 2017, un calo percentuale di oltre il 20% in termini reali (3).
Caterina Scuderi, referente di ONE per l’Italia, ha dichiarato: “I numeri pubblicati oggi dall’OCSE sono allarmanti. Mostrano che l’Italia è ben lungi dal raggiungere l’obiettivo pluridecennale di destinare all’APS lo 0,7% dell’RNL e che non sta facendo la sua parte per garantire che la povertà estrema sia eradicata entro il 2030. L’aiuto allo sviluppo non pertiene soltanto alla sfera morale ma è anche un investimento strategico. Da qui al 2050 la popolazione africana raddoppierà. L’Italia deve investire adesso per garantire che ciò si traduca in un “dividendo demografico” e che si realizzi il potenziale dell’Africa di diventare il motore della crescita globale”.
Scuderi ha aggiunto: “Il governo ha ribadito la necessità di assicurare adeguati e graduali incrementi delle risorse destinate allo sviluppo, riconoscendone le centralità per promuovere uno sviluppo sostenibile per e con l’Africa. I dati di oggi mostrano una deludente mancanza di progressi. È necessario che il governo provveda a una rettifica quanto prima per soddisfare le promesse fatte ai più poveri del mondo”.
Anche a livello internazionale si è registrato un calo. L’aiuto pubblico allo sviluppo globale è ammontato a 153 miliardi di dollari nel 2018, equivalenti a 149 miliardi se calcolato utilizzando la precedente metodologia dell’OCSE. La riduzione è dunque del 2,7% in termini reali rispetto all’anno prima (4).
Particolarmente preoccupante è il calo dell’APS verso i paesi più poveri del mondo, i paesi meno sviluppati (PMS), per i quali gli aiuti sono diminuiti di quasi il 3% in termini reali, e i paesi dell’Africa che hanno ricevuto 29,7 miliardi di dollari in aiuto bilaterale, un 4% in meno in termini reali. Considerato che oltre la metà della popolazione che vive in condizioni di povertà estrema si concentra in Africa, se le attuali tendenze di finanziamento continueranno, non sarà possibile sradicare la povertà estrema entro il 2030.
Sara Harcourt, Senior Policy Director a ONE, ha dichiarato: “Siamo a poco più di un decennio dalla data entro cui il mondo si è impegnato a sconfiggere la povertà estrema e le malattie prevenibili una volta per tutte. Le promesse fatte non potranno essere mantenute se le attuali tendenze di finanziamento non verranno invertite. Nei prossimi mesi monitoreremo le decisioni dei leader durante il G7 e la conferenza di rifinanziamento del Fondo Globale (5) – fare promesse audaci durante questi incontri sarà fondamentale per rimetterci sulla giusta strada verso il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.”
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Note per i redattori
I dati ufficiali dell’OCSE sono disponibili all’indirizzo: https://www2.compareyourcountry.org/oda
L’OCSE e l’aiuto pubblico allo sviluppo: il Comitato di aiuto allo sviluppo (DAC) dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) definisce gli aiuti alla cooperazione e ne monitora i flussi verso i paesi in via di sviluppo. Il comitato misura i flussi di risorse dal 1961.
- I dati sull’APS per il 2018 pubblicati dall’OCSE non sono direttamente comparabili con le cifre del 2017 poiché impiegano diversi metodi contabili. Pertanto, tutti i confronti con gli anni precedenti utilizzano il metodo dei flussi di cassa, la modalità di calcolo utilizzata per i dati dell’APS fino al 2017.
- A seguito di una decisione del 2014 dei membri del Comitato di aiuto allo sviluppo dell’OCSE, nel 2018 è stata introdotta una nuova metodologia per il calcolo dei dati dell’APS. Questa nuova metodologia, denominata “sistema di sovvenzioni equivalenti”, registra solo le sovvenzioni e la componente di “sovvenzioni” dei prestiti di sviluppo. Le sovvenzioni sono essenzialmente un “dono” offerto senza interessi e non richiedono alcun rimborso. I prestiti di sviluppo devono essere ripagati con un interesse, anche se si tratta di tassi di interesse significativamente migliori di quelli forniti dalle banche commerciali. Le sovvenzioni rappresentano la componente dei prestiti di sviluppo che è fornita sotto forma di “dono” grazie a condizioni più agevolate rispetto alle altre modalità di finanziamento. Secondo il DAC, applicare il nuovo sistema di sovvenzione equivalente ai prestiti APS ci permette di fornire un quadro più preciso dello sforzo dei donatori.
- Tale calo è in parte dovuto alla diminuzione della quota spesa all’interno dei confini nazionali per sostenere i rifugiati (IDRC, In-Donor Refugee costs), che nel 2018 è ammontata a 1,1 miliardi di dollari, a fronte di 1,8 miliardi nel 2017. Tuttavia, al netto della spesa per i rifugiati, l’APS italiano ha comunque subito un calo del 12,3% in termini reali.
- Tale calo è in parte dovuto alla diminuzione della quota spesa all’interno dei confini nazionali per sostenere i rifugiati (IDRC, In-Donor Refugee costs), a causa di un minor numero di arrivi di rifugiati e di norme più severe sulla segnalazione di tali costi.
- Il Fondo Globale è un partenariato tra governi, organizzazioni della società civile, settore privato e persone affette da AIDS, tubercolosi e malaria, nato nel 2002 per accelerare la lotta contro le tre malattie. Raccoglie e investe quasi 4 miliardi di dollari l’anno per sostenere programmi gestiti da esperti locali nelle comunità e nei paesi più bisognosi. Il Fondo Globale ha contribuito a ridurre di un terzo le morti per AIDS, tubercolosi e malaria, ma queste tre malattie mortali continuano a mietere oltre 7000 vite al giorno e le donne e le ragazze sono spesso colpite più duramente.